L'osmosi inversa è un procedimento meccanico e naturale per purificare l'acqua da impurità di varia natura.
Questa tecnica sfrutta le potenzialità di una membrana semipermeabile, ad esempio un film cellulosico, che si lascia attraversare dal solvente (nel nostro caso l'acqua) ma non dai soluti (impurità). In condizioni naturali, se due recipienti vengono separati da tale membrana, si assiste al passaggio del solvente dalla zona in cui è più concentrato a quella in cui è presente in concentrazioni inferiori. Per ricondurci all'esempio pratico, l'acqua passa dal recipiente dov'è più pura (ad es. acqua distillata) a quello in cui presenta un minor grado di purezza (ad es. acqua salina).
Questo passaggio si arresta nel momento in cui i due recipienti raggiungono il medesimo rapporto tra acqua ed impurità.
Nell'osmosi inversa, al contenitore dove l'acqua è meno pura viene applicata una pressione tale da vincere la sua naturale tendenza ad entrare in questo compartimento. Si ha così un inversione del flusso osmotico naturale e, riconducendoci all'esempio precedente, il passaggio di acqua nel senso "soluzione concentrata (acqua salina) → soluzione diluita (acqua distillata)".
Per chiarire meglio il concetto di osmosi, immaginiamo di avere un recipiente diviso in due parti uguali (A e B) da una membrana semipermeabile (cioè permeabile soltanto al solvente - in questo caso l'acqua - e non al soluto, in questo caso ad esempio del comune sale da cucina). Nello scomparto A è presente una soluzione acquosa in cui è stato sciolto un cucchiaio di sale, mentre nella parte B abbiamo una soluzione acquosa di ugual volume in cui sono stati sciolti tre cucchiai di sale. Tale differenza crea un gradiente di concentrazione per il sale ai lati della membrana e, dal momento che questa sostanza non può attraversarla, l'equilibrio viene raggiunto con il passaggio di acqua dal compartimento A (in cui il sale è più diluito) verso lo scomparto B (in cui è più abbondante). Se preferite, si può anche dire che l'acqua passa per osmosi dalla soluzione in cui è più concentrata (A) a quella in cui lo è in misura inferiore (B).
In seguito a tale flusso, aumenta il livello di acqua in B e diminuisce in A, creando un certo dislivello tra i due. Tale fenomeno ha termine quando le due soluzioni raggiungono la medesima concentrazione.
Se in B viene applicata una pressione superiore rispetto a quella osmotica si parla di osmosi inversa. Grazie a tale pressione (nell'ordine dei 10 - 12 bar per l'acqua di casa) il solvente passa dalla soluzione in cui è meno concentrato (B) a quella in cui lo è in misura superiore (A).
I depuratori che utilizzano il processo di osmosi inversa vengono ampiamente utilizzati sia in ambito domestico che industriale, ad esempio nei megaimpianti di desalinizzazione industriale dell'acqua marina o negli autolavaggi (l'acqua demineralizzata non lascia macchie sulla carrozzeria).
La semplicità di questa tecnica ed il vantaggio di non richiedere l'aggiunta di sostanze chimiche, ha reso l'osmosi inversa il più diffuso sistema di purificazione dell'acqua alimentare, capace di allontanare la quasi totalità delle sostanze organiche (inclusi microorganismi patogeni e non), ma anche buona parte dei sali minerali in eccesso. L'acqua in uscita dai depuratori ad osmosi inversa può quindi considerarsi un'acqua oligominerale, cioè un'acqua a basso residuo fisso (povera di sali minerali).
I detrattori di questa metodica puntano il dito proprio contro questa caratteristica, che impoverirebbe l'acqua di minerali preziosi al punto da renderla distillata e nutrizionalmente "vuota". In realtà, molto spesso, dietro a queste critiche si nasconde l'esigenza commerciale di propinare depuratori che sfruttano metodi di filtrazione alternativi.
Non dimentichiamo, infatti, che il contributo dell'acqua alla copertura del fabbisogno quotidiano dei singoli minerali è particolarmente modesto, in quanto tali sali sono prevalentemente di tipo inorganico e quindi scarsamente assimilabili dal nostro organismo. Pensate che con una semplice sottiletta si assimila tanto calcio quanto bevendo per un’anno dell’acqua ricca dello stesso elemento.
Inoltre a conclusione, ogni impianto ad osmosi inversa di buona qualità deve essere dotato di una valvola di regolazione della salinità rendendo quindi il consumatore in grado di determinare il tenore salino della propria acqua in base al suo gusto personale o di particolari esigenze mediche o sportive.
Potreste a questo punto pensare che il depuratore sia costoso e che visto il momento di crisi economica sia un gadget destinato solo a persone facoltose e di rimandarne l’acquisto. In realtà questi impianti si ammortizzano non acquistando più acqua in bottiglia, (mediobanca indica la spesa annua per l’acqua minerale di una famiglia di quattro persone compresa tra i 500 e i 1000 euro) e inoltre molte aziende forniscono l’impianto in forma gratuita alle famiglie che stipulano un contratto di manutenzione programmata, per altro fondamentale per il buon funzionamento dello stesso, rendendo la spesa ancora più abbordabile.